Prendiamo un racconto della bibbia e scegliamo un personaggio complesso, un personaggio che può sollecitare diverse letture. Si tratta di Saul, il primo re di Isarele.
Possiamo prenderlo come un’espressione della complessità e della misteriosità, per certi versi, del nostro itinerario verso Dio. La strada della fede, al di là delle motivazioni che si possono dare, più che una pista percorribile nella distrazione, è una ferrata difficile che dona momenti di ebrezza e di gioia infinita insieme a momenti di sconforto e forse di paura. La storia di Saul, la propongo perché mi sembra descrivere tutto questo, essa, infatti, è la storia di un uomo che fu scelto re per essere rigettato. Un re scelto perché un altro (Davide) fosse vero re.
L’abbandono di Dio fu premeditazione? Fu una oscura predestinazione, oppure fu l’esito del peccato di Saul? Di che peccato si trattò? Della sua disobbedienza ai comandi di Samuele il veggente che lo unse re? Ma di che comandi si trattava? E le parole del veggente furono veramente espressione della volontà di Dio o furono dettate dalla visione morale e politica del veggente stesso? O furono entrambe le cose? Quella di Saul fu, dunque, ribellione a Dio o al veggente o a entrambi? Oppure fu solo questione di debolezza e di incertezza del re?
Tante domande e risposte infinite che tu dovrai dare meditando sul testo della bibbia e che in queste righe possono trovare uno stimolo. Una riflessione originale e completa a cui mi sono ispirato la trovi in Elie Wiesel, cinque figure bibliche, Giuntina pp. 59-79.
Tutto inizia quando troviamo Saul figlio di Kis in cammino alla ricerca di due asine del padre che si erano perdute. Non va da solo alla ricerca, è accompagnato da un servo ed è il servo, quando raggiungono le terre di Zuf, a spingere Saul ad andare dal veggente Samuele.
I due, Saul e il servo, vanno per una strada cercando animali, ma è Dio a segnare quella strada e lungo quella via, uno dei due, Saul, andrà trovando sé stesso.
Si troverà nelle parole del profeta che lo ungerà re con un’unzione che porta la promessa di una trasformazione della vita, addirittura di sé.
Le parole del veggente si fanno esperienza e Saul avverte il cambiamento del suo cuore.
Saul che prima era indicato soltanto come il figlio di Kis, figlio di Abiel, figlio di Zeror, figlio di Becorat, figlio di Afiach, figlio di un beniaminita, Saul che trovava la sua identità nell’essere figlio di Kis, Saul perso e confuso nella genealogia del padre, ora è l’unto del Signore, ora è colui che sente Dio, che ne fa esperienza.
Dio lo ha scelto, non è stato Saul a cercare Dio, anzi le sue aspettative risultano ridicole: va solo cercando due asine; la pochezza della cosa si mitiga appena se si ricorda che l’asino era allora merce preziosa.
(Prima di leggere la pagina seguente, puoi leggere che trovi qui)